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giovedì 30 novembre 2017

piena di graffi

Fammi essere forte, forte di sonno e di intelligenza e forte di ossa e di fibra; fammi imparare, attraverso questa disperazione, a distribuirmi: a sapere dove e a chi dare, a riempire i brevi momenti e le chiacchiere casuali di quell’infuso speciale di devozione e amore che sono le nostre epifanie. A non essere amara. Risparmiamelo il finale, quel finale acido citrico aspro che scorre nelle vene delle donne in gamba e sole. Non farmi disperare al punto da buttar via il mio onore per la mancanza di consolazione; non farmi nascondere nell’alcol e non permettere che mi laceri per degli sconosciuti; non farmi essere tanto debole da raccontare agli altri come sanguino dentro; come giorno dopo giorno gocciola, si addensa e si coagula.

(Sylvia Plath)





mercoledì 29 novembre 2017

venerdì 24 novembre 2017

ne sei capace

Pensa. Ne sei capace. Soprattutto non devi fuggire nel sonno – dimenticare i dettagli – ignorare i problemi – costruire barriere fra te e il mondo e le allegre ragazze brillanti – ti prego, pensa, svegliati. Credi in qualche forza benefica al di fuori del tuo io limitato. 

(Sylvia Plath)


più che posso

Non ho niente da insegnare, e non voglio fare prediche. L’unica cosa che so è che voglio scrivere più che posso, e con la maggior accuratezza possibile.
(Raymond Carver)

giovedì 23 novembre 2017

mio caro Dario

Una delle foto che ho scattato lo scorso 7 luglio durante il concerto di Brunori Sas all'Arena del Mare. 



E un video. 

Buon ascolto




granello di sabbia

Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello né sabbia.
Fa a meno di un nome
generale o individuale,
permanente, temporaneo
scorretto o corretto.
Del nostro sguardo e tocco non gli importa.
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un’avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto
o di cadere ancora.
Dalla finestra c’è una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e senza dolore
è il suo stare in questo mondo.
Senza fondo è lo stare del fondo del lago
e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.
Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.
E tutto ciò sotto un cielo per natura senza cielo,
ove il sole tramonta senza tramontare affatto
e si nasconde senza nascondersi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
che quello di soffiare.
Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Tre secondi, però, solo nostri.

Il tempo passò come un messo con una notizia urgente.
Ma è soltanto un paragone nostro.
Inventato il personaggio, fittizia la fretta,
e la notizia non umana. 
(Wislawa Szymborska, Vista con granello di sabbia)

domenica 19 novembre 2017

guardare, guardarti

Per quella storia del guardare fuori che poi è un guardarsi dentro: 

Salerno, una sera 

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