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martedì 30 settembre 2014

Il dopo de Magistris a Napoli, quale il futuro della città?

Crisi politica, crisi di un'intera città. Con il suo attacco alla magistratura Luigi de Magistris scuote le coscienze ed innesca una riflessione sul ruolo civico delle istituzioni. Quale il futuro di Napoli? A rispondere è Aldo Masullo, ospite del forum organizzato dal quotidiano "Il Mattino". La sua analisi parte dalla singolarità di una metropoli che vive costantemente situazioni d'emergenza. Una città in cui da tempo la classe politica si è svuotata di significato. "A Napoli mancano esempi positivi - spiega il filosofo - De Magistris deve accettare la sospensione: è stato magistrato, rispetti la legge. Ciò implica per le forze politiche l'utilizzo di questo tempo per fare le scelte giuste, come puntare su un'urgente trasformazione economica della città". E' un monito rivolto alle istituzioni che, secondo Masullo, "hanno sbagliato due volte, perché avrebbero dovuto sostenere il sindaco impedendogli di dire pazzie, e fare massa critica intorno a lui".
La decadenza di Napoli è anche sociale oltre che politica. "Oggi - afferma il filosofo - il punto focale è lo scoraggiamento della città". Intanto a prendere piede è la criminalità organizzata. "E' un soggetto terribile - aggiunge - che non enuncia progetti ma costruisce il proprio potere canceroso, che via via erode l'intera struttura della città". Per Aldo Masullo il deficit partenopeo è dato dall'inesistenza di una classe che abbia capacità d'intervento perché "siamo rappresentati solo a parole".

lunedì 29 settembre 2014

Quello che manca è un cassetto da riempire ancora / 2 Napoli

Fotografia di un Natale a San Gregorio Armeno. Luci, colori, vicoli in festa. Napoli in un ricordo, Napoli nel profumo di gioventù. Veloci i passi alla scoperta di ogni angolo della città: Piazza del Gesù, via Toledo, la Galleria Umberto I e il Teatro San Carlo. Felici gli occhi che da lungomare Caracciolo osservano un panorama dove cielo e mare sembrano toccarsi. Napoli è lì, un quadro che giorno per giorno viene dipinto da chi non ha paura delle avversità. Oltre i luoghi comuni c'è chi se la tiene stretta quella cartolina, in uno scrigno che racchiude storia, arte, vita.



mercoledì 10 settembre 2014

A love story /1

«Apre la porta di casa, si toglie le scarpe nell'ingresso, appende la borsa all'attaccapanni, sorride a una vecchia foto di sua madre bambina aggrappata a un salvagente in mezzo al mare, va in cucina scalza cercando il freddo del pavimento, prende una bottiglia d'acqua dal frigorifero, beve a canna, controlla le chiamate arrivate sul fisso, rimette la bottiglia in frigorifero, accende la tv e la spegne, va in bagno, fa scorrere l'acqua della doccia, si spoglia, si infila i capelli in una cuffia di plastica e non sa che l'uomo di cui vorrebbe innamorarsi è entrato nel bistrot pochi minuti dopo che lei è andata via e resterà lì per più di un'ora ad aspettarla, perché è lì, per ragioni che non conoscono, che tutti e due hanno deciso che s'incontreranno, e Nicola, che torna al bistrot per la prima volta dopo tanto tempo, ha il cuore pieno d'attesa ed è convinto, senza che nulla lo autorizzi a pensarlo, che la riconoscerebbe al primo sguardo, Irene, se soltanto la vedesse».

Diego De Silvia, Mancarsi


martedì 2 settembre 2014

Libri e luoghi, quanto sei bella Roma

Un quartiere di cui conosco, conoscevo, l'odore di ogni strada; quello del pesce alle spalle del mercato coperto in Via Filippi, quella era l'unica strada in cui l'odore cambiava durante il giorno: mare al mattino, piscio e ammoniaca al pomeriggio. Invece i giardini della basilica profumavano sempre, di oleandro, di erba, di resina di pino; e lo slargo davanti all'istituto Armellini sapeva di polvere e di ghiaia, la stessa ghiaia che ha segnato le mie ginocchia delle mille cicatrici di tagli e sbucciature per le interminabili partite a pallone, con le porte fatte con giacchine e maglioni. (...) Ieri sera ho trovato un quartiere quasi asettico, solo aloni di luce, televisioni, e un unico odore di gomma mista a benzina.


Marco Proietti Mancini, Roma per sempre. Storie quotidiane della città eterna (al link la mia recensione. Uno stralcio è stato pubblicato sul numero 36 di Donna Moderna nella rubrica "Amiche di salvataggio").