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lunedì 11 giugno 2012

"A" come avventura

E si parte. O almeno così sembra. Fino a quando non prenderò posto anche io, su quell'autobus con "22 ragazzi" (che all'arrivo diventeranno 115), non ci crederò che l'ho fatto. Non crederò che mi sono messa di nuovo in gioco. Dopo non so più quanto tempo.
Come sempre, come ogni volta che mi butto a capofitto in una situazione, spero di dare il massimo. E di riceverlo.
Come sempre sbaglio a fare tale riflessione, ad avere un'aspettativa immensa. Che spesso supera la realtà, le persone, i luoghi, i tempi, i momenti, gli attimi, i comportamenti, i silenzi. I minuti passati ad attendere.
Come sempre aspiro a cambiare, a mutare me stessa nel lasso di attesa che intercorre tra una cosa vecchia e una cosa nuova. Tra un prima e un dopo. E forse ci riesco, a cambiare, almeno un po' mi trasformo. Come un bruco che ci mette un po' di tempo, ma alla fine diventa una farfalla. E muove quelle piccole e leggere ali che hanno il sapore di libertà e di infinito.
Si parte. Così pare, e una nuova esperienza s'intravede all'orizzonte. Di una giornata che finisce come tutte le altre ma che ti ha regalato qualcosa in più.


3 commenti:

  1. Che bello..mi piace tanto questo pezzo.

    Baci!!

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  2. Grazie! (:
    (però la prossima volta firmati ;)

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  3. Sorry!!! qui uno spagnolo di Valladolid che prende un po d'aira fresca nella tua finestra ;)

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