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giovedì 13 febbraio 2014

Sono tutti giornalisti / In pentola non bolle nulla di buono

Un post di getto in un momento di rabbia. Per scusarmi preventivamente se potrò sembrare eccessiva. E a me gli eccessi non piacciono. 

Non farò la scoperta dell'acqua calda e non porterò alla luce nulla di nuovo. La mia piccola voce nel coro dei tanti precari/disoccupati/sfruttati molto probabilmente non farà rumore. Però, voglio dirlo anche io: il giornalismo italiano naviga in pessime acque, soprattutto quello on line.
Le grandi testate a cui faccio riferimento per aggiornarmi, leggendo articoli dai tagli più disparati e visualizzando reportage, sono arrivate a proporre testi sgrammaticati e video amatoriali che dribblano qualsiasi fondamento giornalistico. Tutto ciò genera rabbia e sconforto in chi crede in una professione e fa la nota quanto stancante gavetta ripetendosi ogni giorno di voler perfezionarsi. La colpa è di molti (non sta solo a me recriminarla), partendo dagli editori fino ad arrivare alla formazione che paghi 100 ma insegna 1.
Non tiratemi fuori la storia che "bisogna dare una possibilità a tutti": sui grandi quotidiani dovrebbe arrivarci chi ha un certo spessore e sa metterlo in campo. Le sue competenze dovrebbero essere un insegnamento a cui attingere. Se, invece, diventa il navigatore di turno a dover tener conto degli strafalcioni del giornalista (o presunto tale)........
In origine, il web doveva rappresentare un'opportunità per il giornalismo. Un punto di svolta per accorciare le distanze e velocizzare la trasmissione di notizie. Ecco, snellire i tempi non l'informazione.


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