Crema catalana. Barcellona. Las Ramblas. Gaudì, la Pedrera, Parc Güell, Casa Batlló. I colori, le finestre, entrate, uscite,
incastri, cassetti, onde. Ir de tapas. La
paella, il mojito. Tarifa. Serfisti, onde a più non posso. Spiaggia bollente.
Oceano. Quaranta gradi. Siviglia. Mura, medioevo in testa. Poi i negozi e la
calle. Concerti, musica. Estrella, Estrella. Foto su foto, click click. Cadice,
una striscia sottile. E oceano, oceano, tanto oceano. Ancora oceano. Un viale e
un tramonto. Barche, piccole piccole. Un soffio di vento. Granada. La Alhambra. Giardini, schizzi d'acqua. Arte. Bellezza. Gioventù.
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sabato 24 maggio 2014
mercoledì 30 aprile 2014
#Ijf14 ...come se fossi lì
Perugia, un anno fa
Immersa e travolta da un'onda. E' un ricordo che quasi confuso ritorna in mente. Una sbronza leggera, un lenzuolo profumato. E' quello che è stato per me il Festival Internazionale del Giornalismo. Sei giorni sospesi tra desideri verso cui tendere e una Perugia di emozioni, volti, sogni. Irrealizzabili, sì. Irrealizzabili e belli.
Per due anni tra i volontari - un
po' in disparte, perché è come sono fatta io - nessuno si ricorderà di me, ma
non importa perché io il Festival non lo dimentico. Prima spettatrice, felice
ed entusiasta mentre consegnavo la brochure a Marco Travaglio perché me la
firmasse. Era il 2010, o forse il 2009, e lui, quel giornalista come pochi, era
a un passo da me. E pochi minuti prima aveva raccontato l'Italia al teatro
Pavone.
E' tutto veloce al Festival del
Giornalismo. Senza rendermi conto era l'anno seguente, e poi l'anno dopo.
Sognare di scrivere, filmare, documentare la vita, gli affanni, le colpe della
gente, le bellezze e le storture del mondo. Un battito di ciglia e il Festival
cominciava daccapo. Ragazzi da ogni dove, "ma davvero sono tutti
qui?". Lo erano, lo sono tuttora perché domani il Festival riparte.
Stavolta senza di me.
Questa potrebbe dirsi l'edizione
della svolta, nata dal crowdfunding. Perché Arianna Ciccone è una che non
molla. La seguirò da lontano, ma è come se fossi lì. In fila per
partecipare, riflettere, sorridere e ridere - perché al Festival si ride,
eccome se si ride! - per emozionarmi. Ed imparare, perché non ho mai appreso
così tanto come dal Festival. Perché, per quanto la mia idea di giornalismo
s'infranga su mille ingiustizie, non smetterò di scrivere su questo blog, sui
miei taccuini, sui post-it. Non smetterò di voler raccontare gli altri e me, e per questo devo molto al Festival di Perugia.martedì 29 aprile 2014
Don't give up on me now
«Guarda che se non ci credi non succede e poi rimaniamo qua tutta la vita»
Dal film "La kryptonite nella borsa"
sabato 15 febbraio 2014
Giovani disoccupati: per John Elkan "non hanno ambizioni"
Il silenzio vale più di mille parole. Una frase che ritorna spesso se pensiamo alle volte che abbiamo dovuto accostarla alle dichiarazioni di noti personaggi italiani. L'ultimo, nell'ordine di quella bollata a furor di popolo come una figuraccia, il presidente della Fiat John Elkan.
"Molti giovani non colgono le tante possibilità di lavoro che ci sono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione", ha detto in un incontro, ieri, con gli studenti delle scuole superiori di Sondrio, dedicato proprio all'istruzione e alla formazione.
Dunque, non solo bamboccioni, choosy e sfigati: la lista di aggettivi dequalificanti si allunga per i giovani italiani. Chissà cosa ne pensa proprio quel milione di disoccupati under 30.
Secondo te, John Elkan, c'è qualcuno di loro che vorrebbe trovare un lavoro? Almeno nella speranza di avere una scusa per uscire di casa.....
Secondo te, John Elkan, c'è qualcuno di loro che vorrebbe trovare un lavoro? Almeno nella speranza di avere una scusa per uscire di casa.....
giovedì 13 febbraio 2014
Sono tutti giornalisti / In pentola non bolle nulla di buono
Un post di getto in un momento di rabbia. Per scusarmi preventivamente se potrò sembrare eccessiva. E a me gli eccessi non piacciono.
Non farò la scoperta dell'acqua calda e non porterò alla luce nulla di nuovo. La mia piccola voce nel coro dei tanti precari/disoccupati/sfruttati molto probabilmente non farà rumore. Però, voglio dirlo anche io: il giornalismo italiano naviga in pessime acque, soprattutto quello on line.
Le grandi testate a cui faccio riferimento per aggiornarmi, leggendo articoli dai tagli più disparati e visualizzando reportage, sono arrivate a proporre testi sgrammaticati e video amatoriali che dribblano qualsiasi fondamento giornalistico. Tutto ciò genera rabbia e sconforto in chi crede in una professione e fa la nota quanto stancante gavetta ripetendosi ogni giorno di voler perfezionarsi. La colpa è di molti (non sta solo a me recriminarla), partendo dagli editori fino ad arrivare alla formazione che paghi 100 ma insegna 1.
Non tiratemi fuori la storia che "bisogna dare una possibilità a tutti": sui grandi quotidiani dovrebbe arrivarci chi ha un certo spessore e sa metterlo in campo. Le sue competenze dovrebbero essere un insegnamento a cui attingere. Se, invece, diventa il navigatore di turno a dover tener conto degli strafalcioni del giornalista (o presunto tale)........
In origine, il web doveva rappresentare un'opportunità per il giornalismo. Un punto di svolta per accorciare le distanze e velocizzare la trasmissione di notizie. Ecco, snellire i tempi non l'informazione.
lunedì 27 gennaio 2014
Giornata della Memoria
Ad Auschwitz tante persone
Ma un solo grande silenzio
E' strano: non riesco ancora
A sorridere qui nel vento.
Francesco Guccini, Canzone del bambino nel vento (Auschwitz)
mercoledì 15 gennaio 2014
Varsavia, la città dai due volti
Nel XVIII secolo era conosciuta come la Parigi del Nord. Risorta dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale, Varsavia, capitale della Polonia, è ritornata al suo splendore originario, diventando un importante centro culturale, artistico e scientifico. Non solo: frequentata da oltre duecento mila studenti, è una città che non dorme mai, con un via vai continuo nelle caffetterie, nei pub, nelle discoteche, nei teatri.
Una metropoli tra passato e futuro, un connubio di eleganza e modernità, tradizione ed avanguardia.
La Città Vecchia e la Città Nuova
Riconosciuta come patrimonio mondiale della cultura dall’UNESCO, la Città Vecchia, ‘Stare Miasto’, è il centro storico di Varsavia, raso al suolo durante il secondo conflitto bellico e ricostruito negli anni a venire. Il cuore del quartiere è Piazza del Mercato, un tempo sede del municipio e punto nevralgico della vita cittadina, circondata oggi da edifici in stile rinascimentale, barocco e gotico, e luogo d’incontro per pittori e ritrattisti. Le gallerie d’arte, i ristoranti tipici, i tavolini dei caffè richiamano folle di turisti.
La porta del Barbacane separa la Città Vecchia dalla Città Nuova, ‘Nowe Miasto’, centro indipendente fino al XVIII secolo. Chi vuole ammirare il panorama di Varsavia può salire al trentesimo piano del Palazzo della Cultura e della Scienza, situato nella zona moderna, un grattacielo di 234 metri di altezza costruito secondo i canoni del realismo socialista.
Il tragitto reale
Il percorso, che simbolicamente ripercorre parte della storia di Varsavia, ha inizio dalla Città Vecchia con il castello reale per giungere, seguendo il fiume Vistola, al parco di Łazienki Królewskie, uno dei più belli d’Europa, e al palazzo del Belvedere. La via Nowy Świat è il tratto principale con negozi eleganti, librerie e ristoranti.
Il viale Ujazdowski è il più suggestivo di Varsavia, caratterizzato dagli splendidi palazzi delle ambasciate straniere, dall’orto botanico, dalle sedi dei ministeri e dal parco di Łazienki Królewskie.
Il parco di Łazienki Królewskie
Incantevoli edifici storici si trovano all’interno del parco, quali il Palazzo sull’Acqua, l’anfiteatro estivo e il palazzo Myśliewicki. Da primavera a fine autunno la musica di Fryderyk Chopin, il geniale compositore che trascorse i primi vent’anni della sua vita a Varsavia, risuona nei concerti sotto il monumento a lui dedicato. Il ricordo di Chopin è presente in molti luoghi della città.
Il ghetto di Varsavia
Ad ovest della Città Vecchia si trova quello che è stato il ghetto di Varsavia, abitato dalla più grande comunità ebraica europea prima del secondo conflitto mondiale e trasformato dai nazisti, nel 1940, nel Grande Ghetto. La Via della Memoria ricorda le atrocità di quegli anni.
Il parco multimediale
Aperto al pubblico, si trova tra la Città Vecchia ed il fiume Vistola. D’estate è meta di turisti che trovano refrigerio nei suoi grandi giardini. Durante gli spettacoli serali, accompagnati da musiche di ogni genere, le fontane del parco rivivono in un gioco di luci e colori.
Il Centro scientifico Copernico
Emblema di cultura, scienza e tecnologia, è un museo completamente interattivo di ventidue mila metri quadrati, con mostre e laboratori che offrono la possibilità di fare esperimenti e di divertirsi. Un’attrattiva del centro scientifico Copernico è l’Electrobard, un poeta elettronico che scrive poesie su richiesta e le recita.
Articolo pubblicato sul Corriere di Salerno
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