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domenica 13 ottobre 2013

Dall'altra parte

Graffito di Banksy
E' semplice rinunciare, non correre il rischio di cadere - ancor peggio crollare - chiudersi a riccio, dirsi che non si è capaci. E' meglio voltarsi, far finta di non essere in quel posto. Credere sia roba per altri, non per te.
Anche se sei lì, davanti a quella staccionata, e sai che saltare - forse - non è poi così faticoso, l'incertezza ti brucia in partenza. Spegne i desideri, annebbia la vista, duole alla testa ed alle articolazioni. E allora resti fermo, ti senti stanco e ti siedi, come fai sempre, come fai di solito. Quando pensi di aver perso in partenza, mentre ti sei sconfitto da solo.
In notturna si amplifica tutto, perfino quella staccionata. Che se è un muro, diviene un grattacielo. Che se è un lago, diventa l'oceano. E, dall'altra parte di essa, nelle notti fai a cazzotti con te stesso, spremendoti sul come districare tutto il da farsi. Mentre il resto se la dorme, tu hai voglia di stravolgere la tua esistenza. Proprio di notte. Non vorresti essere lì. E allora ti consumi in un altro dove e in un altro quando. A sognare ad occhi aperti quel qualcosa che non c'è. 
Sta lì, dall'altra parte.

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