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martedì 1 maggio 2012

International Journalism Festival '12, diario di una volontaria

A Perugia si è rinnovato l’appuntamento con il Festival Internazionale del Giornalismo: dal 25 al 29 aprile la città umbra è stata teatro di questo grande evento che, giunto alla sua sesta edizione, ha portato all’attenzione del pubblico il mondo del web 2.0 con le sue molteplici sfaccettature e i suoi innumerevoli spunti di riflessione. Un tuffo in un mare di incontri, conferenze, laboratori, spettacoli teatrali con ospiti di rilievo, giornalisti, professori universitari, cantautori, registi, speaker radiofonici, blogger, scrittori, provenienti dal mondo intero. Tutti uniti dalla stessa passione per il mondo dell’informazione e della comunicazione. 

La sesta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo ha superato di gran lunga tutte le aspettative con un boom di presenze ed un altissimo numero di visite e commenti online, soprattutto sui social network. Proprio dei social network si è discusso in più occasioni: a questi nuovi mezzi di comunicazione va il merito di aver cambiato e rivoluzionato il futuro dell’informazione negli ultimi anni, rendendola più trasparente, concreta e fluida. 

Per me è stato il primo anno tra i volontari: un’esperienza professionale unica nel suo genere. Il Festival del Giornalismo è immerso in un’atmosfera di freschezza, gioia e positività. Una settimana che scorre rapida, le giornate si dilatano e si restringono allo stesso tempo, ti senti parte di un tutto in cui hai la possibilità di imparare, crescere e relazionarti. Dietro il meraviglioso palcoscenico del Festival c’è il duro lavoro di mesi che vede impegnati Arianna Ciccone e il suo staff, persone che sostengono e amano questo progetto e s’impegnano per realizzarlo nel migliore dei modi.

Tanti sono stati i temi che il Festival del Giornalismo ha portato sotto gli occhi dei suoi spettatori. Dal precariato al futuro della carta stampata. Dall’importanza dell’informazione alle nuove tecnologie di comunicazione. Il giornalismo nel mondo del cinema e della musica. E ancora, incontri sulle donne e i media, tra diritti e volontà di farsi spazio in una società dove i posti di responsabilità sono il più delle volte occupati da uomini. 

Riflettori puntati anche sul ruolo che le organizzazioni umanitarie svolgono nel panorama nazionale ed internazionale: il Festival ha dato modo agli attivisti di Emergency, di Amnesty International, dell’Unicef, di raccontare il proprio operato comunicando l’importanza e la necessità di un aiuto e di un sostegno globale. In conclusione, l’esperienza de L’Isola dei cassintegrati raccontata dai creatori dell’omonimo blog, Michele Azzu e Marco Nurra.

(Caparezza ha indossato la loro t-shirt sul palco del concerto del 1° maggio, che gli era stata regalata proprio durante il Festival di Perugia!)

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